L’Unione Europea pubblica uno studio dettagliato sulla violenza contro le donne

L’Unione Europea pubblica uno studio dettagliato sulla violenza contro le donne

 

Lo scorso 5 marzo l’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali (FRA) ha reso pubblici i risultati della sua inchiesta sulla violenza sulle donne, la più grande che sia mai stata fatta nel mondo. Lo studio è stato realizzato contemporaneamente in tutta la regione, ed è la prima volta che si hanno dati comparativi da diversi paesi sul tipo di violenza che subiscono le donne nell’ambito familiare, lavorativo, pubblico e su internet, le conseguenze che lascia nelle loro vite o la forma in cui le vittime reagiscono davanti ad un’aggressione.

L’inchiesta si basa su interviste dirette di 42,000 donne, tra i 18 e i 74 anni, residenti nell’UE e rivela cifre che sorprendono per la loro grandezza. Secondo uno dei video di presentazione dello studio, «I risultati mostrano come la scala della violenza contro le donne nell’UE sia grande e, francamente, non si può ignorare». Secondo le parole del direttore della FRA, Morten Kjaerum: 

La grandezza del problema dimostra che la violenza contro le donne non ne colpisce solo alcune: tutti i giorni ha un impatto nella società. Pertanto, politici, società civile e lavoratori in prima linea devono valutare le misure che trattino qualsiasi forma di violenza contro la donna, in qualsiasi luogo essa si produca.

 

Effettivamente, queste sono alcune delle conclusioni che si traggono dall’inchiesta:

Il 33% delle donne ha subìto violenza fisica e/o sessuale dai 15 anni, mentre il 5% è stato violentato dai 15 anni.

Il 55% delle donne ha sofferto molestie sessuali di qualsiasi genere (baci, abbracci o rapporti indesiderati) dall’età di 15 anni

Il 75% delle donne con lavori di alto livello o altamente qualificate hanno subìto violenze sessuali in un momento qualsiasi della loro vita

L’11% delle donne è stato oggetto di proposte inappropriate nei social network o nei messaggi di posta elettronica o via cellulare (SMS) sessualmente espliciti

Il 67% non ha comunicato l’incidente più grave di violenza da parte del partner alla polizia o ad altre organizzazioni.

Stupisce come i paesi con maggiore percentuale di donne vittime di violenza siano quelli nordici: Danimarca (52%), Finlandia (47%) e Svezia (46%), mentre Ungheria (21%), Austria (20%) e Polonia (19%) sono quelli che mostrano percentuali più basse. La Spagna, con il 22%, si trova sotto la media:

 

Sembra incoerente che i paesi scandinavi, che presentano i migliori indicatori di uguaglianza di genere, siano quelli che mostrano un maggior tasso di violenza contro le donne. Blanca Tapia, portavoce della FRA, spiega ne El diario quest’apparente contraddizione:

In paesi come la Finlandia, la Danimarca, la Svizzera o la Francia è più ammissibile culturalmente parlare di violenza sulle donne e, pertanto, esse sono più portate a denunciare. Le donne dei paesi nordici hanno molta coscienza di genere, sanno che hanno parità di diritti con gli uomini e sanno con certezza che non devono sostenere certe cose. Non c’è bisogno.

 

Lo studio ha sollevato alcune polemiche tra i cittadini europei. Molti dubitano sulla veridicità delle cifre e discutono su cosa possa considerarsi realmente un’aggressione. L’utente DENUNCIAR ha lasciato questo commento nel sito diario di 20 minuti:

già sappiamo come fanno le inchieste queste femministe, se si litigano per il telecomando della televisione lo si considera violenza maschilista 

niente di nuovo sotto il sole

un’altra notizia per manipolare le nostre menti nel secolo d’oro del femminismo

 

Nel giornale Público, l’utente chochialimmoomuelte ha commentato:

Una donna su cinque non sa che se la violentano deve andare dalla polizia??

Dire “non ti amo” a qualcuno è violenza maschilista??

Gli abbracci sono un abuso??

La “violenza contro le donne” si fa “tutti i giorni, ovunque”??

Indubbiamente, diventa sempre più difficile giustificare la vostra sovvenzionata scatola del sapone femminista.

Le donne intelligenti dovrebbero indignarsi di fronte a questa spazzatura che si pubblica, nelle quali sono trattate come se fossero imbecilli

 

Nello stesso sito, ‘utente Madame X rispondeva così agli scettici:

Sicuramente un complimento villano è un’aggressione. È umiliante che ti facciano una scortesia e l’umiliazione è una forma di maltrattamento. Chiunque si offenderebbe se un altro fosse un villano nei confronti della propria fidanzata, della propria madre o della propria sorella, o lo volete negare? Allora se questo vi offende o vi infastidisce, quando si tratta di una donna della vostra sfera affettiva, come puà qualcuno avrere il coraggio di mettere in discussione se  questa è un’aggressione in cui la donna si è sentita molestata?

 

Su Twitter, l’utente Lau ha pubblicato un’immagine che spiega attraverso un grafico i diversi tipi di violenza contro le donne:

[La piramide descrive una progressione dalle forme sottili come le pubblicità sessiste e che semplicemente ignorano le donne, fino ad arrivare alle forme più esplicite come gli insulti, gli abusi e perfino l’omicidio]

E non mi riferisco solamente a quelle di noi che sono state schiaffeggiate o violentate. La violenza maschilista ha dei pilastri.

 

L’utente Don Mitxel Erregea ha discusso anche sul ruolo delle religioni:

Mi chiedo se la violenza maschilista avrà qualcosa a che fare con il fomento di religioni che associano la donna al Male.

 

In Spagna, i tagli fatti governo attuale colpiscono anche le politiche di protezione pubblica delle donne:

[La Legge sulle spese processuali] elimina l’offesa di “vessazioni ingiuste” che sembra essere il primo passo nei casi di abuso, si suggerisce la mediazione nei casi di violenza sulle donne. Questo metterebbe a rischio la vittima e si richiede che la condanna dell’aggressore sia una multa

 

Nel 2013, in Spagna, sono morte 48 vittime della violenza sulle donne. Dal 2014, 14 donne hanno già state uccise dai loro compagni.

 

di Lourdes Sada

tradotto da Luna Sanfratello

 

 

 

 

 

 

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